Child of tree
concept e danza
alessandra cristiani
azione
sabrina cristiani
suono
ensemble di percussioni
direzione Gianluca Ruggeri
pittura su corpo
flavio arcangeli
Un ringraziamento speciale
alla compagnia Giano, ai fotografi Samantha Marenzi e Alberto Canu, al musicista Luca Venitucci
all’artista Jacopo Benci
Le foto della gallery sono di Alberto Spina e Alberto Canu
Child of tree
Mi sono avvicinata alla danza incontrando il pensiero e la pratica della Butoh Dance. Ciò che si richiede ai danzatori e performer che esplorano tale direzione è retrocedere dalla composizione coreografica per indagare la radice prima del movimento: il corpo. Attraverso questa etica della sottrazione, le riflessioni e gli atti performativi e musicali dell’artista John Cage hanno certamente rilanciato una personale interrogazione sui cardini portanti dell’accadimento in sé: il tempo, lo spazio, la materia. Alla pari del suono si destruttura il movimento per ritornare ai suoi elementi basilari. All’intento rappresentativo della scena si interfaccia un universo creativo, fedele alle dinamiche più sottili e alle risorse profondamente più organiche e misteriose del corpo. La performance Child of tree introduce una condizione assoluta: l’essere in natura. Il corpo in quanto fenomenologia in costante metamorfosi può, sinuoso e oscuro come l’edera, scivolare in punta di piedi all’interno dello spazio vitale che lo accoglie, creando visioni, paesaggi inconsueti. Il movimento si fa strumento percettivo, linguaggio temporale. La danza intercettando la musicalità irregolare dei suoi diversi stati corporei, si accosta, diverge, insegue, contrasta il senso musicale esterno. Si pone in ascolto, in stato di veglia e di quiete. Si lascia abitare. Si perde e rigenera la propria identità di animale umano.